Look in Altum, perché nessuno vada perduto

Abstract
L’adolescenza si caratterizza come un periodo di forte spaesamento, in cui i ragazzi fanno esperienza della solitudine e di un profondo senso di inadeguatezza, che li porta a volte ad assumere comportamenti pericolosi. Il progetto nasce dal desiderio di offrire ai ragazzi la possibilità di “prendere il largo e di alzare lo sguardo verso il cielo”, per far sì che la loro vita possa essere valorizzata in tutte le sue sfaccettature, pur nelle fatiche quotidiane. La presenza costante di un educatore che accoglie e ascolta i ragazzi  nello spazio dell’oratorio è la chiave di questo progetto fondato sulla relazione.

Scelta del titolo
Look in Altum nasce dal desiderio di offrire ai ragazzi la possibilità di “prendere il largo e di alzare lo sguardo verso il cielo”, per far sì che la loro vita possa essere valorizzata in tutte le sue sfaccettature. Il nome del progetto è tratto dal brano del vangelo di Luca nel quale Pietro, dopo una notte di pesca senza nessun risultato, incontra Gesù che lo invita a rimettersi in mare con queste parole: “Duc in Altum” che letteralmente significa “prendi il largo”. Lo spunto biblico di riferimento determina l’azione educativa nella direzione di un invito rivolto ai ragazzi a stare nella vita anche quando sembra essere troppo faticoso e controproducente, per imparare a trovare la bellezza lì dove sembra non esserci con l’aiuto di una presenza di riferimento che li sorregga in questo passaggio importante.

Motivazioni e analisi dei bisogni
La condizione adolescenziale è segnata fortemente dalla transitorietà. L’adolescenza è la “nascita sociale”, in cui ci si allontana dalle figure parentali per trovare la propria identità nel mondo. I ragazzi vivono un allontanamento da ciò che fino a quel momento sembrava familiare: il loro corpo, la relazione con le figure di riferimento, il gruppo di amici, la scuola e così via. Nel tempo adolescenziale il ragazzo cerca se stesso, fuori e dentro di sé. Cerca punti saldi, cerca conferme, cerca qualcuno che gli stia accanto in questo passaggio. In questo tempo, forse inconsapevolmente, il ragazzo si rende disponibile ad essere intercettato da una presenza adulta che sia in grado di accogliere il suo smarrimento.

Obiettivi generali
Il progetto è dedicato ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado e ha in se stesso un duplice obiettivo:
Offrire a tutti gli adolescenti e giovani del territorio la possibilità di confrontarsi con l’educatore di riferimento rispetto a ciò che vivono, costruendo così relazioni significative in contesti particolari come quello dell’oratorio e della strada di quartiere;
Sperimentare la possibilità per i ragazzi di abitare uno spazio, di imparare a prendersene cura affinché lo possano vivere come una vera casa.

Obiettivi specifici
Il progetto punta, per e con i ragazzi, a raggiungere i seguenti obiettivi:
Il loro benessere;
Dare la possibilità di lavorare su se stessi, fornendo loro occasione di riflettere sui propri limiti e potenzialità;
Educare alla cura e al rispetto dell’ambiente che si abita;
Favorire e supportare una costruttiva relazione tra pari;
Instaurare un clima di dialogo e ascolto reciproco;
Imparare ad accogliere la diversità in tutte le sue sfaccettature;
Sostenere la nascita di un pensiero accogliente e critico in relazione al mondo circostante;
Fornire un’alternativa alla devianza offrendo relazioni umane significative;
Prendere in carico le loro idee e proposte sostenendoli nella loro realizzazione nei limiti e nelle possibilità che il progetto prevede.
Rispetto alla comunità:
Diventare un punto di riferimento professionale;
Educare la comunità alla relazione con il mondo adolescenziale, abbattendo i pregiudizi legati ai giovani;
Favorire il lavoro di rete con le istituzioni

Stile educativo
Lo sguardo educativo mantenuto è quello di chi sa che i ragazzi sono liberi e non legati al progetto o all’educatore. Attenderli nella loro libertà significa osservarli, stare con loro, condividere il tempo e lo spazio invitandoli a stare nella relazione senza la pretesa che lo facciano effettivamente. L’educatore si rende disponibile e attende. Un punto di forza legato a questo stile è “il rimanere” della presenza educativa. Infatti, nonostante le difficoltà relazionali e le fatiche che si possono creare con gli adolescenti, la presenza dell’educatore rimane costante. L’educazione degli adolescenti avviene un po’ dentro e un po’ fuori, in uno spazio che ha un po’ le caratteristiche della strada e un po’ le caratteristiche dell’oratorio. Il progetto Look in Altum ha questo punto di forza nella sua essenza: essere un progetto “sulla soglia”, cioè in grado di rimanere in equilibrio tra il dentro e il fuori. Si svolge in oratorio e in strada ed è per i ragazzi d’oratorio e per quelli di strada, senza nessuna distinzione. Il progetto nasce con l’idea di svilupparsi in un luogo di passaggio, affinché i ragazzi possano passare, stare e andare cogliendo ciò che serve loro per crescere. Nello stesso tempo, la presenza costante di qualcuno per loro è ciò che li colpisce sempre e li fa sentire attesi e amati. La relazione educativa è libera nel momento in cui l’educatore è in grado di non legare i ragazzi a sé, ma di riportarli sempre attraverso la sua presenza e la sua azione alla loro vita e alla loro capacità e possibilità di crescita. In questo senso l’educatore è strumento di libertà perché, lui stesso, mantiene sui ragazzi uno sguardo libero, in grado di individuare il meglio per loro e non per se stesso. Look in Altum è perciò una casa costituita da relazioni libere che ogni giorno si fortificano.

Destinatari
Il progetto si rivolge, in prima istanza, a tutti i giovani del territorio senza distinzione, che beneficiano direttamente delle attività educative e degli spazi a disposizione. I destinatari del progetto vi partecipano gratuitamente. Più in generale, il progetto si rivolge all’intera comunità nella quale rientra la parrocchia. Conseguentemente, sono raggiunte varie realtà del territorio quali i referenti di quartiere e le famiglie dei ragazzi, che pur non essendo coinvolte in prima persona ottengono benefici dalla promozione sociale dei propri figli.

Attività
Il principio fondante del progetto è la co-costruzione delle attività. Nell’idea di “dare spazio” ai ragazzi è importante considerare non solo la questione fisica di lasciar loro un luogo, ma anche un’intenzione psicologica, creativa ed educativa. Per questo i ragazzi accompagnati dagli educatori di riferimento propongono e realizzano attività a seconda dei loro bisogni e desideri, per cui esse sono variabili nel tempo. Il coordinamento dell’educatore permette il mantenimento di un’intenzione educativa anche all’interno
delle proposte provenienti dai soggetti coinvolti.
Ad oggi le attività co-costruite sono:
Ideazione di uno spazio condiviso attraverso l’arredo dei locali utilizzati, in particolare con una bacheca per lo scambio di informazioni e pensieri, e la cura dell’ambiente percepito come luogo domestico.
Laboratori di cucina (preparazione di pizza e tortellini), eventi culinari (cene di autofinanziamento),
tornei sportivi (pallavolo, calcio, basket, ping-pong, calcetto balilla).
Studio individuale e supporto allo studio. È dedicata una particolare attenzione alle azioni di peer education.
Progettazione e programmazione delle attività estive parrocchiali (oratorio estivo/“Estate Ragazzi”,
“Estate Ragazzi Bis” progetto specifico per adolescenti in Luglio).
Uscite e viaggi organizzati (pellegrinaggio ad Assisi, pellegrinaggio al santuario della Madonna di San Luca a Bologna, gita al Corno alle Scale sull’Appennino Tosco-Emiliano).

Periodo e durata
Il progetto si svolge da settembre a luglio in relazione alla disponibilità e al bisogno che la parrocchia presenta. Attualmente l’educatore svolge la sua attività ordinaria per cinque pomeriggi alla settimana, conoscendo i ragazzi che sono attratti dallo spazio dell’oratorio e costruendo relazioni significative.

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Piano settimanale: da lunedì a venerdì per un totale di 25 ore settimanali.
Progettazione e organizzazione eventi: per un totale di 50 ore annuali.
Formazione animatori per attività estive: per un totale di 50 ore annuali.
Attività estiva (giugno-luglio): da lunedì a venerdì per un totale di 40 ore settimanali.

Spazi
Il progetto si svolge presso:
Oratorio (spazi interni ed esterni)
Strada (luoghi di aggregazione giovanile)

Risultati attesi
Da questo progetto ci aspettiamo che i ragazzi:
Assumano un atteggiamento in grado di farli sostare e focalizzare in un tempo e in uno spazio disteso e diverso da quello veloce e frenetico dei social network.
Imparino a non vivere in modo superficiale, ma ad andare a fondo nella ricerca di ciò che è bene per loro.
Abbiano la possibilità di riconoscere ciò che è buono, vero e bello.
Siano consapevoli della loro preziosità e unicità.
Si sentano valorizzati nella loro totalità.

Partner
Il partner principale è la parrocchia in cui il progetto si svolge, che offre gli spazi e finanzia il progetto nella sua totalità attraverso la ricerca di fondi. Si prevede inoltre di coinvolgere:
Diocesi
Servizi sociali del quartiere o comune.
Eventuali associazioni sportive e culturali.

Assetto organizzativo e figure professionali
Il personale impegnato nel progetto è il seguente:
Responsabile dei Progetti e Sviluppo della Cooperativa: con il compito di coordinare il progetto e di sostenere operativamente l’educatore nella gestione dello stesso, affiancandolo. Inoltre ha svolto nella prima parte tutto il lavoro di mappatura dei bisogni, costruzione della rete, aggancio delle istituzioni.
Pedagogista: con il compito di supportare attraverso ore di supervisione il progetto, supporto all’azione educativa.
Responsabile Amministrativa: con il compito della gestione della parte amministrativa, contratti, retribuzione, spese.
Responsabile Comunicazione: con il compito di promuovere il progetto e sostenerlo nella divulgazione attraverso diversi canali (dai volantini per le scuole ai social);
Educatore professionale: con il compito della gestione quotidiana del progetto

Valutazione
Anche sulla base del progetto pilota in essere presso la parrocchia Santa Maria Annunziata di Fossolo, possiamo affermare che alcuni criteri di “successo” sono:
– La frequenza costante dei ragazzi allo spazio e la crescente relazione di fiducia con l’educatore.
– Il numero crescente di giovani, attirati anche dai coetanei.
– L’attivazione di attività e progetti richiesti e co-costruiti con i giovani.
– Il riconoscimento da parte della rete (dal parroco, ai volontari, alle famiglie) della valenza educativa del progetto in un’ottica di fiducia reciproca.
Durante le ore di coordinamento e supervisione verranno effettuate valutazioni in itinere e ne verrà svolta una globale a fine progetto.

Resp. Progetti e Sviluppo
Irene Castronuovo
progettiesviluppo@cooperativasocialeinout.it
3516953222